Desolati, vogliamo vivere. Appunti dal Sahel GENNAIO
2016
C’è appena un anno o poco più di differenza tra
loro. Sono fratelli e si trovano in viaggio da qualche giorno. Originari della
vicina Nigeria hanno transitato per qualche ora da Niamey. Osas et Brighter
avevano una borsa in due. Senza soldi e documenti di identità solo possiedono il
biglietto per Agadez. Da lì potranno continuare in Libia e magari tentare di
attraversare il mare. Appena sanno di rischiare la vita e che avventurarsi senza
sapere è pericoloso. Hanno visto le foto dei camion e dei gommoni coi migranti.
Un attimo di silenzio e poi lo sguardo è andato altrove. E’ tornato indietro nel
quartiere di Benin City che hanno scelto di abbandonare tre giorni prima. Osas
saldatore di serbatoi e suo fratello maggiore agricoltore senza terra. Appena un
anno o poco più di differenza tra loro due. Stesso padre e stessa madre, sono
fratelli.
Sono partiti di nascosto la mattina presto
quando ancora faceva notte. Hanna lasciato scritto che erano entrambi desolatidi
comunicare la notizia. Che solo volevano vivere, nulla di più e anche nulla di
meno. Desolati, vogliamo vivere. Questo hanno scritto i due fratelli prima di
prendere il bus con la compagnia 3 STVpresso cui avevano acquistato il
biglietto. Sapevano che alla frontiera sarebbero stati derubati dai doganieri.
La mancanza di documenti è nient’altro che un pretesto per intascare più soldi
dai migranti e dagli esodanti in generale.Obbligati a scendere per mancanza di
documenti trovano un taxi-moto che li accompagna al fiume. Lo attraversano in
piroga e riprendono lo stesso bus dall’altra parte della frontiera.Il bus ha
un’avaria di dodici ore ed è la mattina, ancora di notte, che raggiungono
Niamey, la capitale.
Hanno finito i soldi e sono senza documenti
personali. Un sacco in due e il biglietto pagato per Agadez.Sono fratelli e tra
i due c’è un anno di differenza o poco più. Portano solo i loro corpi per il
martirio perché vogliono vivere da lontano da casa. Osas faceva il saldatore di
serbatoi per il gasolio o altri liquidi infiammabili. Non c’è niente di più
infiammabile della vita. Anche suo fratello lo sa. Faceva il contadino senza mai
avere lavorato la terra. Tra i due c’è un anno o poco più di differenza. I
genitori sono separati e non li hanno informati del loro progetto di viaggio. A
Benin Cityabitano al numero 11 di un quartiere popolare dove si conoscono tutti
quelli che sono partiti. Alcuni, o forse la maggior parte, sono tornati e hanno
casa, macchina e mettono i fratelli piccoli a scuola. Le sorelle, da grandi,
andranno tutte in Italia.
Si sono scusati del disturbo arrecato per la
notte. Per aver deluso le aspettative e i consigli di chi li voleva fermare.
Erano spiacenti per il dubbio che avevano lasciato intravvedere. Desolati per la
preoccupazione degli adulti rimasti a temere. E’che Osas e Brighter volevano, a
loro modo, vivere. A Benin City, Edo State in Nigeria, sottovivevano o almeno
così loro sembrava. Eallora sono partiti col minimo per arrivare almeno ad
Agadez. Poi si vedrà il seguito del viaggio di sola andata. Per questo hanno
comprato il biglietto, separati nel caso qualcosa capitasse. Due fratelli quasi
della stessa età, poco più di un anno di differenza. Desolati entrambi perché
l’appello dei viaggiatori inizia presto di mattina, quando fa ancora notte. Per
questo si sono scusati e non perché avessero qualcosa da nascondere.
Hanno telefonato mercoledì da Agadez.
" we are very very Sorry mam. We have to live.
Thank you mam.God will bless you. We will see
again.
Good by mam”
. mauro armanino, niamey, gennaio 016