di Antonio Mazzeo
Non ha certo gli stratosferici costi dei
cacciabombardieri F-35 “Joint Strike Fighter”, ma il
nuovo aereo d’addestramento avanzato M-346 “Master”
dell’Aeronautica militare italiana sta causando
l’ennesima emorragia di risorse finanziarie statali a
favore del complesso militare industriale di
Finmeccanica & soci. Progettato appositamente per la
formazione dei piloti dei velivoli da guerra come i
“Tornado”, gli “Eurofighter Typhoon” e i famigerati
F-35, l’M-346 “Master” è realizzato da un consorzio di
costruttori internazionali guidato da Alenia-Aermacchi.
Fu il governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi
ad annunciare nel giugno 2007 l’intenzione di acquisire
14 esemplari dell’addestratore di quarta generazione,
completi del relativo supporto logistico. Fu
preventivato un costo complessivo di 400 milioni di euro
e, l’anno successivo, il Ministero dello Sviluppo
economico (esecutivo Berlusconi) inserì il programma
dell’M-346 nel bilancio dello Stato. Nel giugno 2009, in
occasione del salone internazionale dei mercanti d’armi
di Le Bourget (Parigi), fu annunciato ufficialmente
l’acquisto da parte dell’Aeronautica di sei aerei con
un’opzione per ulteriori nove. Valore della commessa,
280 milioni di euro. Ai costi unitari odierni, per i
rimanenti velivoli i contribuenti italiani potrebbero
essere salassati per altri 420 milioni. Non poco per un
programma la cui spesa è quasi raddoppiata in meno di
cinque anni.
L’M-346 nasce dal prototipo dello YAK-AEM130, un
addestratore progettato a metà anni ’90 da Aermacchi in
collaborazione con l’azienda russa Yakovlev Design
Bureau. Nel dicembre 1999 i due gruppi industriali
decidevano tuttavia di procedere alla produzione in modo
autonomo. Aermacchi si rivolgeva ai partner nazionali e
statunitensi per sviluppare componenti e sistemi di
bordo: la progettazione del Flight Control System
veniva assegnata ad Alenia SIA e Selex Communications
(Finmeccanica), l’assemblaggio delle turboventole e dei
comandi allo stabilimento Avio di Brindisi, mentre la
costruzione dei motori, con un contratto di 41,5 milioni
di euro, alla transnazionale statunitense Honeywell.
Lungo 11,5 metri e dotato di una larghezza alare di
9,72, l’Alenia-Aermacchi M-346 può raggiungere la
velocità massima di 1.083 Km/h; l’autonomia di volo è di
1.889 km, 2.537 Km con due serbatoi esterni. Il raggio
d’operazione è di 185 Km per 20 minuti di addestramento
di combattimento aereo con pod e due missili AIM-9L “Sidewinder”.
il velivolo può essere armato pure con un cannone da 30
mm ed è configurabile per attacchi al suolo con bombe e
missili aria-terra o antinave. Un addestratore, dunque,
con licenza di uccidere.
Il primo M-346 è stato consegnato un paio di settimane
fa alla Direzione Generale degli Armamenti Aeronautici e
presto sarà inviato al Reparto Sperimentale Volo
dell’Aeronautica militare di Pratica di Mare (Roma) per
le prove operative. La consegna degli altri cinque
velivoli è prevista nel corso del 2012. Ammesso che non
si ripeta quanto avvenuto lo scorso 19 dicembre negli
Emirati Arabi Uniti - cinque giorni dopo l’annuncio
ufficiale del trasferimento all’AMI del primo
addestratore - quando l’M-346 con matricola militare
X615, inviato alla fiera dei mercanti di morte di Dubai
precipitava in mare durante il rientro verso l’Italia.
L’incidente ha causato solo una frattura ad una gamba di
un pilota e altre ferite più leggere al co-pilota, ma il
velivolo è andato completamente distrutto. Trentacinque
milioni di euro andati in fumo.
Non è solo l’incidente di Dubai a turbare i sogni di
manager e azionisti dell’azienda aerea del gruppo
Finmeccanica. Secondo la stima più recente, alla fine
del prossimo anno i costi di progettazione e sviluppo
dell’addestratore per le guerre aeree raggiungeranno i
915 milioni di euro. I piani industriali prevedevano di
far fruttare gli investimenti con la realizzazione e
vendita di almeno 600 esemplari entro il 2020, ma sino
ad oggi gli unici due contratti sottoscritti da
Alenia-Aermacchi sono quelli con l’Aeronautica militare
italiana e con le forze armate di Singapore. Al piccolo
stato asiatico è prevista la fornitura di dodici M-346,
la cui produzione è in fase avanzata nello stabilimento
di Venegono Superiore (Varese). In realtà si tratta di
una commessa di cui meno della metà del valore andrà
all’azienda italiana. Per gli M-346 di Singapore è stato
costituito un consorzio formato da ST Aerospace
Singapore Technologies Aerospace (società aerospaziale
controllata della transnazionale ST Engineering), dalla
statunitense Boeing e da Alenia-Aermacchi. L’ammontare
del contratto indicato da ST Aerospace è di 543 milioni
di dollari e comprende anche la consegna di parti di
ricambio e del sistema addestrativo a terra.
In previsione della consegna a Singapore dei
caccia-addestratori, il 18 e 19 ottobre 2011 si è svolto
a Roma l’Expert Meeting tra l’Aeronautica
militare e la Republic Singapore Air Force (RSAF). “I
colloqui hanno consentito di creare i presupposti per
una rafforzata cooperazione tra le rispettive Forze
Aeree nel campo del programma M-346A e
dell’addestramento al volo”, recita il comunicato dello
Stato maggiore dell’AMI. “L’aeronautica ha accolto la
richiesta singaporiana di partecipare con proprio
personale, in qualità di osservatore, alle attività
Initial Operational Test and Evaluation sul velivolo
M-346A, che saranno svolte nei prossimi mesi a Pratica
di Mare presso il Centro Sperimentale di Volo.
Nell’ambito delle attività d’addestramento, sono state
avviate e concordate le azioni per l’invio presso il 61°
Stormo di Lecce di allievi piloti singaporiani per la
relativa frequenza ai corsi da svolgersi entro la fine
del prossimo anno”. Una conferma ufficiale dei piani di
trasformazione dell’aeroporto pugliese in centro di
formazione d’eccellenza per la guerra aerea dei piloti
NATO ed extra-NATO.
Appare invece su un binario morto il ventilato
trasferimento di 48 M-346 “Master” al governo degli
Emirati Arabi Uniti. I negoziati, annunciati in pompa
magna dall’ex dominus di Finmeccanica, Pier Francesco
Guarguaglini, durante la fiera internazionale delle armi
di Dubai nel 2009, sono stati congelati dagli emiri
amareggiati dal veto statunitense e israeliano ad un
accordo per la produzione in joint venture Italia-EAU di
velivoli senza pilota UAV armati. Non maggiore fortuna
in Grecia e in Cile, dove tra il 2005 e il 2008 sono
stati firmati da Alenia-Aermacchi due memorandum
d’intesa con le industrie nazionali per la co-produzione
degli addestratori avanzati. La grave crisi economica e
finanziaria ha infatti convinto l’Hellenic Aerospace
Industry e la cilena ENAER a soprassedere sui programmi
per l’M-346.
Qualche lieve speranza giunge dal bellicoso governo
d’Israele, intenzionato a congelare un contratto da un
miliardo di dollari per l’acquisto di aerei
d’addestramento coreani per firmare invece un accordo
preliminare con Alenia-Aermacchi per una ventina di
M-346. Negli Stati Uniti, un prototipo derivato dal
velivolo “italiano” è uno dei candidati al programma di
costruzione di un nuovo addestratore per i piloti dei
cacciabombardieri dell’US Air Force. Anche in questo
caso, però, all’azienda e ai lavoratori di Finmeccanica
andrebbero solo le briciole del multimilionario
affaire. |