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L’ora in silenzio per la pace" entra nel nono anno di vita* Nel settembre 2001, quando ci fu l’attentato alle torri gemelle, e gli USA attaccarono l’Afghanistan con il pretesto della caccia a Bin Laden, cercammo un modo per esprimere il nostro sgomento e la nostra indignazione. Decidemmo di adottare l ‘ “ora in silenzio”, una modalità di manifestazione già attuata diverse volte nella storia: per esempio dalle suffragiste statunitensi e dalle donne in nero di Gerusalemme. Il palazzo ducale di Genova, davanti al quale da allora ci ritroviamo ogni mercoledì dalle 18 alle 19 , è un luogo particolarmente significativo, e non solo per la nostra città. E’ lì che si è svolto il G8, l’assemblea dagli otto pre-potenti che si arrogano il diritto di decidere le sorti del pianeta , che insieme a migliaia di altri / e avevamo contribuito a contestare. *Quando cominciammo, non pensavamo che saremmo rimasti/e in piazza , una volta a settimana, per otto anni; e che saremmo giunti a distribuire, settimana dopo settimana, oltre duecentomila volantini. L'ora in silenzio del prossimo mercoledì, 30 dicembre, sarà la 396°* Ma non potevamo certo interrompere la nostra protesta quando l’Italia è stata direttamente coinvolta nelle operazioni militari in Afghanistan; quando gli USA hanno aggredito anche l’Iraq (questa volta con il pretesto della ricerca della “armi di distruzione di massa”); quando anche soldati italiani sono stati direttamente e pesantemente coinvolti anche in quella guerra. Per questo continueremo a trovarci ogni mercoledì , dalle 18 alle 19, sui gradini del palazzo ducale · Per una politica internazionale di giustizia e di pace, che impedisca che il 20% degli abitanti del pianeta si accaparri l’80% delle risorse · Per la riconversione nel civile dll’industria bellica · Per la riduzione delle spese militari a vantaggio di quelle sociali · Contro tutte le guerre, e per il ritiro dei soldati italiani da tutti i teatri di guerra In queste ultime settimane, ad una nno dall'operazione "Piombo fuso" ed in coincidenza con la Gaza Freedom March abbiamo cercato di infomare i passanti sulla criminale politica israeliana e sulla situazione disumana nella quale gli abitanti di Gaza sono tuttora costretti a vivere; e di solidarizzare con i pacifisti di tutto il mondo che proprio in queste ore stanno tentando di rompere l'assedio israeliano. |
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