Israele si blinda e per l’ennesima volta si pone al di sopra del diritto negando l’ingresso in Palestina ai partecipanti alla Flytilla. Lo fa impedendo l’imbarco sin dagli aeroporti europei, dimostrando una preoccupante capacità di ingerenza. Persino la Turchia ha preferito bloccare le partenze dai suoi aeroporti e non alzare i toni con l’avversario che rimane un ottimo partner commerciale.
Le televisioni , evento straordinario per i media italiani, hanno mostrato in qualche servizio l’arroganza israeliana nei confronti dei pacifisti e il servilismo degli stati europei manifestato dal ruolo di buttafuori dei poliziotti di frontiera tedeschi, francesi o italiani.
La missione Benvenuti in Palestina da un lato ha visto il sostegno di molti, dall’altro ha ricevuto sin dall’inizio le attenzioni di Tel Aviv; molte infatti sono state le minacce nei confronti degli attivisti, così come era accaduto per la Freedom Flotilla. Questa volta per la macchina della disinformazione era più difficile dipingere come pericolosi terroristi i 1500 che volevano imbarcarsi nei maggiori aeroporti dichiarando di andare in Palestina. Israele ha agito come da copione nelle situazioni in cui si sente accerchiata: calpestando le leggi ed il diritto internazionale. Lo sta facendo nella Palestina occupata costruendo più colonie e reprimendo le proteste palestinesi nelle città e nei villaggi, una violenza che si indirizza anche nei confronti degli internazionali che sostengono il movimento di liberazione palestinese. Lo abbiamo visto con Rachel Corrie, Juliano Mer-Khamis e tanti altri; proprio nei giorni in cui ricorre l’assassinio di Vittorio Arrigoni, ad Hebron la polizia israeliana ha messo in atto una violenta provocazione, studiata a tavolino, nei confronti dei partecipanti alla conferenza internazionale di Bil’in, e alcuni militanti italiani sono rimasti feriti ed altri sono stati incarcerati.
Sale la protesta e la solidarietà con il popolo palestinese e cresce il livello di repressione delle istituzioni sioniste. Kaddura Fares responsabile della Palestinan Prisoners’ Society ha confermato che saranno centinaia i detenuti palestinesi che entreranno in sciopero della fame a partire dal 17 aprile.
Il 17 aprile infatti è la giornata internazionale del prigioniero politico palestinese, una mobilitazione che ogni anno viene lanciata dalle associazioni di sostegno ai prigionieri palestinesi , come Addameer e la Palestinian Prisoners’ Society. Crediamo sia importante denunciare la condizione dei prigionieri politici palestinesi per questo il Forum Palestina ed altre associazioni in Italia hanno aderito all’appello per il 17 aprile , sono previste manifestazioni e sit in Milano, Pisa e Roma . In quest’ultima città al colosseo alle 17.30 la mobilitazione assumerà un forte carattere internazionalista. Tanti popoli una lotta: i volti dei prigionieri palestinesi saranno accanto a quelli dei 5 cubani ingiustamente detenuti negli USA per aver sventato degli attentati terroristici e difeso l’indipendenza e la rivoluzione cubana, ci saranno le bandiere basche perché anche nella democratica Spagna non c’è spazio per la democrazia e per gli interessi popolari.
Tornando alla missione Benveniue Palestine possiamo registrare che la tenacia degli attivisti ha pagato, innanzitutto l’immagine di Israele si è ulteriormente macchiata, secondo poi in barba a tutti i divieti un piccolo e combattivo gruppo è riuscito ad eludere la sorveglianza, ed una volta arrivato a destinazione ha ricevuto dai palestinesi un caloroso “Benvenuti in Palestina” … un'altra piccola ma significativa vittoria !
fonte: www.contropiano.org