Elicotteri Agusta all’Uganda dei diritti violati
di Antonio Mazzeo
Nuovi
sistemi d’arma italiani per il continente africano. Il ministero degli Interni
dell’Uganda ha sottoscritto con il gruppo AgustaWestland (Finmeccanica) un
contratto per la fornitura di due elicotteri a favore dell’Uganda Police Force
Air Wing, la forza aerea della polizia ugandese. La consegna avverrà nel 2015,
mentre sei piloti saranno addestrati alla guida degli aeromobili sin dai
prossimi giorni. Il contratto, reso noto al Farnborough International Airshow -
la fiera mondiale dei sistemi di guerra aerea in corso in Gran Bretagna - è
stato acquisito da Pzl-Swidnik, società con sede in Polonia di proprietà di
AgustaWestland. “Continua il successo dei modelli di Finmeccanica e di
Pzl-Swidnik nel mercato commerciale e parapubblico africano, nell’attuazione di
una vasta gamma di missioni per le forze dell’ordine, servizi medici di
emergenza, trasporto vip, pattugliamento marittimo, off-shore e servizio-navetta
per i piloti”, riporta l’ufficio stampa di AgustaWestland.
In Uganda giungeranno un elicottero bimotore leggero modello “GrandNew” e un
bimotore intermedio multiruolo W-3A “Sokol”. Il “GrandNew” è la versione di
ultima generazione del più noto elicottero da guerra AW109 e sarà assemblato
presso lo stabilimento Agusta di Vergiate (Varese). Con un costo che sfiora di 8
milioni di dollari circa, il velivolo può trasportare sino a sette passeggeri a
una velocità di crociera massima di 289 km/h ed un range di 859 km. “Il GrandNew
è stato scelto perché fornisce capacità di missione notevoli e sicurezza in
condizioni operative difficili”, spiega AgustaWestland. Le differenti versioni
dell’elicottero AW109 possono essere armate di mitragliatrici da 7,62 e 12,7 mm
e lanciatori di razzi e missili “TOW”.
L’elicottero W-3A “Sokol” che sarà assemblato presso lo stabilimento di
Pzl-Swidnik (Polonia), consentirà alle forze di polizia ugandesi di eseguire una
vasta gamma di operazioni “in tutti i tipi di clima e condizioni ambientali”,
dal trasporto truppe e carichi militari, alla ricerca e soccorso, ecc. Il
velivolo ha una velocità massima di 260 km/h e un raggio operativo di 745 km, ed
è stato già acquistato dalle forze armate di una decina di paesi, tra cui la
Polonia (che ha utilizzato il “Sokopl” nel conflitto in Iraq dal 2008), la
Repubblica ceca, le Filippine, la Birmania e il Cile. Recentemente anche
l’Algeria ha ordinato ad AgustaWestland/Pzl-Swidnik sette velivoli W-3A.
L’Uganda è uno dei principali alleati Usa nelle operazioni “antiterrorismo” in
Corno d’Africa. Da diversi anni i militari e gli agenti di polizia ugandesi
vengono armati ed addestrati dal Pentagono per contrastare l’organizzazione
islamico radicale degli al-Shabab che controlla una parte del territorio della
Somalia. L’esercito ugandese è impegnato inoltre a fianco dei marines Usa nella
Repubblica Centrafricana contro le milizie del Lord’s Resistance Army, il gruppo
ribelle guidato da Joseph Kony.
Nonostante gli appelli delle maggiori organizzazioni internazionali per i
diritti umani, il 24 febbraio 2014 il presidente ugandese Yoweri Museveni ha
firmato la “legge contro l'omosessualità” che criminalizza ulteriormente gli
atti sessuali consensuali tra persone adulte dello stesso sesso, prevedendo in
alcuni casi persino l’ergastolo. La nuova legge punisce duramente per la prima
volta il lesbismo e la “promozione dell’omosessualità” e impone la carcerazione
per i casi di “omosessualità aggravata” (attività sessuali con minori o con
portatori del virus Hiv). “Questo atto legislativo è un affronto ai diritti
umani di tutti i cittadini ugandesi”, ha dichiarato Gemma Houldey, ricercatrice
sull’Uganda di Amnesty International. “Ha un impatto diretto sui difensori dei
diritti umani e sulla somministrazione di cure mediche; istituzionalizza l’odio
e la discriminazione contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e
intersessuali. La legge segna un momento molto grave nella storia dell’Uganda e
fa carta straccia dei diritti sanciti nella Costituzione”. Nel 2013 il ministero
degli Interni dell’Uganda (oggi acquirente degli elicotteri Agusta) ha
minacciato di rendere illegali 38 ONG, accusandoli di “promuovere
l’omosessualità”.
In risposta alla ratifica della legge sull’omosessualità, un mese fa
l’amministrazione Obama ha reso nota la cancellazione di una vasta esercitazione
militare aerea in Africa orientale, a cui avrebbero dovuto partecipare le forze
armate ugandesi e Usa. Washington ha inoltre imposto una serie di restrizioni
per la concessione di visti a favore di cittadini ugandesi sospettati di
violazioni dei diritti umani. “Queste misure intendono rafforzare il nostro
sostegno ai diritti umani di tutti gli Ugandesi indipendentemente dal loro
orientamento sessuale o identità di genere”, ha dichiarato la Casa Bianca. Gli
Stati Uniti hanno deciso infine di destinare ad altri paesi africani gli aiuti
economici per 118 milioni di dollari che erano stati previsti per le autorità di
Kampala. Non è certo invece se verrà sospesa la missione Usa avviata a marzo in
Uganda. Secondo il Washington Post, quattro velivoli da trasporto CV-22 “Osprey”,
alcuni rifornitori in volo e 150 marines delle forze operative speciali erano
stati messi a disposizione della coalizione militare africana a guida ugandese,
in guerra contro il Lord’s Resistance Army in Repubblica Centrafricana, Congo e
Sud Sudan. Anche questo intervento è stato duramente criticato da Amnesty
International. “Sono state documentate violazioni dei diritti umani da parte
delle forze armate dell’Uganda contro le comunità di civili in cui è presente l’LRA
e contro i mebri di questo gruppo che sono stati arrestati”, riporta l’ultimo
rapporto annuale di Amensty. “Sono continuate le restrizioni alla libertà di
espressione e associazione. Lesbiche, gay, bisessuali, transgender e
intersessuali sono vittime di persecuzioni. La polizia e altri funzionari
statali continuano a compiere violazioni dei diritti umani, comprese torture, e
i responsabili non vengolno puniti. I giornalisti, i leader dell’opposizione e
gli attivisti che criticano le autorità sono esposti ad atti d’intimidazione e
vessazione, come detenzioni arbitrarie e false accuse. Ameno 70 giornalisti
hanno denunciato di essere stati oggetto di aggressioni fisiche e detenzioni
arbitrarie nell’ultimo anno. I tribunali civili e militari hanno continuato ad
emettere condanne a morte anche se non ci sono state esecuzioni nel 2012”. Un
quadro a tinte fosche che non sembra turbare in alcun modo i manager del
complesso finanziario-militare-industriale italiano.
Nel novembre 2007 la polizia ugandese aveva firmato con Finmeccanica un
contratto di 5 milioni di dollari per acquistare un elicottero monomotore
multiruolo AgustaWestland AW119 “Koala”. Selex Communications (oggi confluita in
Selex ES, Finmeccanica) ha venduto invece all’Uganda quattro motoscafi
intercettori superveloci e il sistema di comunicazioni “Tetra” per il
pattugliamento del lago Vittoria (valore complessivo 6 milioni di euro).
Antonio Mazzeo, peace-researcher e giornalista, ha pubblicato numerosi saggi ed inchieste sui processi di riarmo e militarizzazione in Italia e nel Mediterraneo. Nel 2012 ha pubblicato il volume Un EcoMuostro a Niscemi. L’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo (Sicilia Punto L, Ragusa) in cui si descrivono le problematiche di tipo militare, ambientale, sociale e criminogeno relative all’installazione in Sicilia del terminale terrestre del MUOS. Nel 2010 ha conseguito il Primo premio “Giorgio Bassani” di Italia Nostra per il giornalismo. È attivista della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella e del Movimento No MUOS. Per consultare articoli e pubblicazioni: http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/