Parte
dal Kuwait l’avventura militare italiana contro le milizie
del Califfato. Nei giorni scorsi, un velivolo tanker Boeing
KC-767-A in dotazione al 14° Stormo dell’Aeronautica di
Pratica di mare (Roma) è stato trasferito nella base aerea
di Kuwait City per rifornire in volo i cacciabombardieri
della coalizione internazionale a guida Usa impegnati contro
l’Isis in Iraq e Siria. Sempre in Kuwait, petromonarchia che
ha contribuito ad addestrare, finanziare ed armare i gruppi
di miliziani in lotta contro il regime di Bashar Assad poi
confluiti nell’esercito del Califfato, l’Aeronautica
rischiererà entro un paio di settimane due droni-spia
“Predator” del 32° Stormo di Amendola (Foggia). Perché siano
pienamente operativi, i velivoli senza pilota dovranno
essere riconfigurati per la nuova missione bellica e sarà
necessario allestire in loco le necessarie infrastrutture
logistiche.
Secondo quanto dichiarato in Parlamento il 16 ottobre scorso
dalla ministra della Difesa Roberta Pinotti, il contributo
italiano alla Coalizione internazionale prevede pure il
dispiegamento di 200 addestratori e 80 “consiglieri”
militari, molto probabilmente a Erbil, nel Kurdistan
iracheno, per addestrare le unità locali e i battaglioni dei
pershmega curdi. Alcuni ufficiali italiani saranno
distaccati infine a Tampa (Florida), sede del Comando
centrale che guida l’Operazione Inherent Resolve, com’è
stata chiamata dal Pentagono la nuova campagna di guerra in
Medio Oriente. “Il contributo dell’Italia alla lotta contro
lo Stato islamico deve proseguire e in tale contesto hanno
preso avvio lo studio e la pianificazione di altri
interventi, come la fornitura di ulteriori stock di
munizioni e armi di cui potranno far parte anche controcarro
e blindati in uso all’Esercito Italiano”, ha spiegato la
ministra Pinotti. Le autorità militari prevedono inoltre
d’inviare “altri assetti pilotati per la ricognizione aerea”
come i cacciabombardieri AMX e Tornado, ma c’è da immaginare
che inevitabilmente saranno impiegati in azioni di attacco e
bombardamento. Secondo l’agenzia Adnkronos, militari curdi
potrebbero essere ospitati infine in Italia nei centri
dell’Esercito di Cassino (Frosinone) e Persano (Salerno) e
nei poligoni di Monteromano (Viterbo) e Capo Teulada
(Cagliari) per essere addestrati all’uso dei sistemi d’arma
che il nostro paese ha ceduto nei mesi scorsi al “governo
regionale” del Kurdistan irakeno (200 mitragliatrici 42/59
calibro 7,62 ed M-2 Browning calibro 12.7 e 2.000 razzi per
Rpg).
Il trasferimento di velivoli da guerra e droni spia in
Kuwait contribuirà a rafforzare la partnership tra le forze
armate italiane e quelle locali e offrirà sicuramente nuove
opportunità d’investimento e affari per il complesso
militare-industriale-finanziario (Finmeccanica). L’11
dicembre 2003, Italia e Kuwait hanno sottoscritto un
Memorandum d’Intesa sulla cooperazione nel campo della
difesa (ratificato con legge n. 147 del 18 luglio 2005) che
promuove lo “scambio di conoscenze specialistiche” nei
settori dell’addestramento della tecnologia informatica, di
osservatori in esercitazioni militari e d’“informazioni
tecniche sui mezzi militari in costruzione”; la
realizzazione di programmi e corsi d’istruzione militari;
l’assistenza tecnica sugli equipaggiamenti e sui sistemi di
difesa. Un Memorandum of Agreement concernente la
cooperazione nel campo della difesa è stato firmato il 18
luglio 2012 a Kuwait City dal Segretario Generale della
difesa italiano, gen. Claudio Debertolis e dal Capo di stato
maggiore del Kuwait, Khaled Jarrah Al-Sabah. Con questo
memorandum, Italia e Kuwait si sono impegnate a collaborare
più strettamente nelle fasi basiche ed avanzate
dell’addestramento al volo.
Gli ultimi due anni hanno visto un crescendo d’incontri,
visite ufficiali e corsi addestrativi bilaterali. Nel marzo
2013, una delegazione della Marina militare kuwaitiana è
stata ospitata nella base di elicotteri di Luni (La Spezia)
per visitare il Centro di Simulazione e Missione della
Marina italiana e “conoscere le caratteristiche degli
elicotteri EH101 e SH 90”, attualmente in forza
rispettivamente al 1° e al 5° Gruppo Elicotteri. “Alla
delegazione è stata offerta la possibilità di decollare
virtualmente da bordo delle navi Cavour e Caio Dulilio,
eseguendo degli appontaggi su alcune piattaforme petrolifere
posizionate in prossimità della costa”, ha riferito il
Ministero della difesa italiano. Gli alti ufficiali del
Kuwait si sono trasferiti poi presso il Comando delle forze
di contromisure mine a La Spezia, dove vengono svolti “corsi
di sicurezza per la lotta antincendio” a favore di equipaggi
di unità navali estere (tra gli altri, gli Emirati Arabi
Uniti). “Fortemente interessata alla componente cacciamine
italiane, la delegazione kuwaitiana ha potuto approfondire
la visita a bordo di Nave Gaeta, prima unità ammodernata
dell’omonima classe”, ha aggiunto il portavoce della Difesa.
Due mesi più tardi è stato il Capo di stato maggiore
dell’Aeronautica militare del Kuwait ad essere ricevuto a
Roma dall’omologo italiano, gen. Pasquale Preziosa. Il
generale kuwaitiano si è recato poi in visita a Torino
Caselle presso gli stabilimenti dell’industria aeronautica
Alenia (gruppo Finmeccanica) e al 61° Stormo
dell’Aeronautica militare di Galatina, Lecce, sede della
scuola internazionale di addestramento al volo e al
pilotaggio di cacciabombardieri (sei allievi piloti
kuwaitiani ne sono ospiti). Il 7 luglio 2013 l’allora
ministra degli esteri Emma Bonino si è recata in visita
ufficiale in Kuwait per incontrare l’emiro Sabah Al Ahmad Al
Jaber Al Sabah e il Primo Ministro Sheikh Jaber Al-Mubarak
Al-Hamad Al-Sabah. “La fitta agenda del Ministro degli
Esteri s’inquadra nell’alveo della visita del Presidente del
Consiglio Monti il 6 novembre 2011, seguita alla visita di
Stato in Italia dell’Emiro del 2010 e ha tra i suoi pilastri
il rafforzamento dei rapporti tra i due governi nel campo
della Difesa e in quello economico”, si legge nel comunicato
emesso dalla Farnesina. Nell’occasione, la Bonino si è
riunita anche con i vertici della Kuwait Petroleum
Corporation, proprietaria in Italia di una vasta rete di
distributori di benzina e gasolio e della grande raffineria
siciliana di Milazzo (in società quest’ultima con il gruppo
Eni). A fine settembre 2013, sono stati l’allora
sottosegretaria alla Difesa, Roberta Pinotti, e il Capo del
Segretariato Generale della Difesa, gen. Enzo Vecciarelli a
recarsi a Kuwait City.
Il 14 febbraio 2014, l’ambasciatore in Italia del Kuwait,
Sheikh Ali Khaled Al-Sabah, è stato accolto dai comandanti
del 61° Stormo di Galatina per una visita ai simulatori di
volo del caccia-addestratore Aermacchi MB339, alle strutture
del Ground Based Training System - G.B.T.S., il sistema
integrato di addestramento aereo basato sul nuovo velivolo
T346A (prodotto da Alenia Aermacchi), e al cosiddetto R.E.S.
(Representation and Elaboration System), il sistema che
consente, in maniera automatizzata e computerizzata, di
ricostruire la complessa dinamica delle missioni di volo.
A fine dicembre, il 30° gruppo navale della Marina militare
con la portaerei “Cavour”, l’unità rifornitrice “Etna”, la
fregata lanciamissili “Bergamini” e il pattugliatore
d’altura “Borsini” hanno fatto tappa in Kuwait durante il
lungo tour promozionale in Africa e Medio Oriente pro
sistemi d’arma made in Italy. Nel corso del contemporaneo
“salone della difesa” di Kuwait City, i manager di Selex ES,
azienda del gruppo Finmeccanica produttrice di sistemi
radar, sorveglianza, intelligence, ecc., hanno annunciato
l’apertura in loco di una sussidiaria, Selex ES Kuwait.
Quest’ultima ha stipulato una joint venture con la compagnia
kuwaitiana al-Safwa Security and Defence Systems per avviare
progetti nel settore dell’elettronica militare e navale.