Torneranno presto nell’inferno afgano i soldati USA di
stanza a Vicenza. Il Dipartimento della difesa ha reso noto
che a partire della primavera 2012, due brigate di US Army
verranno inviate in Afghanistan per sostituire alcuni
reparti impegnati da mesi nelle operazioni di guerra. Si
tratta della 173^ brigata aviotrasportata attualmente
ospitata a Camp Ederle (Vicenza) e della 12th Combat
Aviation Brigade di Katterbach, Germania. In vista della
nuova missione bellica, oltre 3.600 uomini della 173^
brigata hanno completato un complesso ciclo addestrativo nel
poligono tedesco di Hohenfels. Saranno invece 2.400 gli
uomini della 12^ brigata da combattimento di US Army che
raggiungeranno l’Afghanistan.
I militari USA di Vicenza sono impegnati pure in due
sanguinosi fronti di guerra del continente africano: in
Somalia, in qualità di consiglieri della forza
multinazionale dell’Unione africana intervenuta contro le
milizie degli shebab; in Uganda, nella guerra scatenata
contro gli ultimi gruppi ribelli del Lord’s Resistance Army
di Joseph Kony. Appartengono tutti ad US Army Africa (USARAF),
il comando di US AFRICOM che coordina gli interventi dei
reparti di terra nel continente nero. Lo scorso mese di
febbraio, alcuni ufficiali di US Army Africa Vicenza,
congiuntamente alla Guardia nazionale del Tennessee, hanno
addestrato una trentina di membri dell’esercito e
dell’aeronautica ugandese nel quadro delle attività
dell’Africa Deployment Assistance Partnership Teams (ADAPT),
il programma di assistenza del Pentagono per potenziare la
prontezza operativa dei paesi partner africani (per
interventi militari, peacekeeping, emergenze sanitarie,
ecc.). Il training, secondo l’ufficio stampa di US Army, “ha
consentito di introdurre in Uganda una serie di elementi
operativi come la pianificazione del movimento delle unità,
l’uso di materiale pericoloso e la preparazione del
personale, degli equipaggiamenti e dei velivoli per il
carico e il trasporto aereo”.
Nell’aprile 20011, US Army Africa Vicenza ha coordinato nel
nord Uganda una vasta esercitazione militare con lancio di
paracadutisti, a cui hanno partecipato militari ugandesi, il
21st Special Troops Battalion dell’esercito USA con sede a
Kaiserslautern (Germania) e la 197th Special Troops Company
della Guardia nazionale dell’Utah. “USARAF continua ad
operare in partnership con le forze armate di Uganda, Rwanda,
Burkina Faso, Botswana, Ghana, Burundi e Togo e punta in
futuro ad estendere il programma di cooperazione ad altri
paesi”, spiegano al quartier generale di Vicenza.
Un contributo per conoscere meglio la storia, gli obiettivi,
le finalità e l’organizzazione del nuovo comando giunge dal
recente saggio pubblicato dal generale Willian B. Garret,
già comandante delle truppe statunitensi di stanza a
Vicenza, e dal colonnello Stephen Mariano, alle dipendenze
di USARAF. I due militari analizzano in particolare la
trasformazione del Comando di US Army in Europa (SETAF) in
componente terrestre del nuovo Comando degli Stati Uniti
d’America per le operazioni in Africa. “Il 5 dicembre 2008,
l’Ambasciatore americano in Italia, Roland P. Spogli, di
concerto con il Ministro degli Esteri italiano, Franco
Frattini, annunciò ufficialmente che la Forza Tattica
dell’Esercito degli Stati Uniti del Sud d’Europa (SETAF) era
stata designata quale componente terrestre del Comando
AFRICOM”, scrivono Garret e Mariano. “La SETAF, di stanza e
con sede a Vicenza dal 1955, ha una lunga storia costellata
di iniziative portate a termine nel continente africano,
nonché di rapporti di collaborazione con le nazioni
dell’Africa. Negli ultimi 15 anni, è intervenuta sul suolo
africano in numerose occasioni: dalle operazioni di risposta
a situazioni di crisi, alle operazioni di assistenza
umanitaria, a quelle di soccorso in occasione di calamità
naturali”. Tra le principali operazioni, Garret e Mariano
segnalano il dispiegamento di reparti a Entebbe, Etiopia (Support
Hope nel 1994) e in Congo (marzo 1997), con l’evacuazione di
“personale non combattente” dallo Zaire (Guardian Retrieval).
“Dopo aver preso parte alle operazioni di guerra in Iraq e
Afghanistan, il Comando USA di Vicenza si ristruttura
focalizzando la propria attenzione al continente africano”,
aggiungono Garret e Mariano. “Oggi, la SETAF-USARAF
rappresenta una squadra senza paragoni nell’ambito del
settore militare statunitense, il primo contingente in seno
alle Forze Terrestri dedito a operare in Africa per
cambiarne in meglio il futuro”. Alla componente di AFRICOM
sono stati assegnati i compiti di supporto alle operazioni e
alle attività della Combined Joint Task Force Horn of
Africa, la forza di pronto intervento USA con sede a Camp
Lemonier (Gibuti) - la più grande sul suolo africano – e
alle esercitazioni periodiche multinazionali di Enduring
Freedom Trans-Sahara.
Oltre ad assistere tutto il personale dell’esercito degli
Stati Uniti schierato nel continente nero, US Army Africa
Vicenza ha assunto il compito di “sviluppare il potenziale
africano in termini di rapporti tra e con le istituzioni per
la sicurezza, le organizzazioni regionali e quelle
sub-regionali”. Questo nuovo impegno si concretizza con un
aumento delle attività di “cooperazione” nel settore
dell’addestramento e della formazione delle forze terrestri
africane, “l’organizzazione di conferenze e seminari, le
vendite di attrezzature, tecnologie informatiche, ecc.”.
Sempre secondo i due alti ufficiali dell’esercito
statunitense, l’impegno di USARAF è di “diventare un partner
affidabile e sicuro per le controparti militari africane, le
forze di sicurezza locali, i nostri alleati, tutte le
componenti di AFRICOM, nonché per le altre organizzazioni
governative statunitensi e organizzazioni internazionali
operanti in Africa”. In quest’ottica, il Comando di Vicenza
vede operare una componente mista, “civile-militare”, dove
però la prima è ovviamente subordinata alla seconda. “Gli
Stati Uniti – scrivono Garret e Mariano - sono fermamente
convinti che mediante una nuova organizzazione
civile-militare, i 250 milioni di dollari spesi all’anno per
l’assistenza militare possano raggiungere i 9 miliardi e
possano essere spesi annualmente in maniera più efficiente a
favore della tutela della salute, del buon governo e della
promozione del commercio”.
Nel loro saggio, i militari statunitensi annunciano che le
dimensioni del comando di US Army Africa sarà il doppio di
quello della vecchia SETAF; di conseguenza, saranno
modificati anche i profili professionali del personale
impiegato al Quartier Generale di Vicenza. Dalla sua
costituzione (2008) ad oggi, il contingente è già cresciuto
tantissimo, passando da un centinaio a più di 450 uomini.
“Un’altra importante trasformazione è data dal fatto che il
Comando non disporrà di un contingente militare proprio”,
aggiungono Garret e Mariano. “Ciò non significa che taglierà
tutti i ponti con la 173^ Brigata di fanteria
aviotrasportata combattente; significa però che il
Comandante di USARAF non potrà ordinare unilateralmente ai
reparti della 173^ di partire per una missione in Africa”.
Con US Army Africa si sono pure rafforzati i rapporti di
collaborazione con le forze armate italiane, utilizzando
soprattutto le attività del Centro di Eccellenza per le
Stability Police Units (CoESPU), la “scuola” dell’Arma dei
carabinieri destinata alla “formazione” delle forze di
polizia militare africane ed asiatiche, ospitata nella
caserma “Chinotto” di Vicenza. “Il CoESPU, sancito dal G8 e
fondato dall’Italia, rappresenta un esempio emblematico di
un nuovo partenariato basato su solide fondamenta”,
aggiungono Garret e Mariano. “Esso ricade all’interno del
più ampio spettro di progetti della Comunità Internazionale
atti a portare assistenza tecnica e finanziaria alle forze
dell’ordine delle Nazioni in via di sviluppo, al fine di
sviluppare il proprio potenziale per supportare operazioni
di mantenimento della pace. L’attenzione principale del
CoESPU è rivolta all’Africa, e l’obiettivo della USARAF è
quello di andare oltre la semplice risoluzione dei conflitti
o semplici operazioni di coordinamento; l’obiettivo finale è
invece quello di sincronizzare e contribuire agli interventi
di sviluppo del potenziale locale. Complessivamente, questo
partenariato coinvolgerà un’ampia gamma di ufficiali di
collegamento, interscambi di risorse umane, tavole rotonde
interne, ecc.”
Intanto prosegue frenetico il processo di
ipermilitarizzazione del territorio comunale. Il colonnello
David Buckingham, comandante di US Army Garrison-Vicenza, ha
formalizzato la conclusione della seconda fase dei lavori di
realizzazione delle facilities destinate ai reparti
statunitensi all’interno dell’ex aeroporto Dal Molin. La
trasformazione dello scalo in megacaserma della 173^ brigata
aviotrasportata è uno dei principali progetti di
potenziamento infrastrutturale delle forze armate USA a
livello mondiale. I lavori, per un importo di 245 milioni di
euro, sono stati affidati nel marzo 2008 a due aziende
leader di LegaCoop, la Cooperativa Muratori Cementisti di
Ravenna (CMC) e il Consorzio Cooperative Costruzioni di
Bologna (CCC). “Questa seconda tranche è consistita nella
costruzione degli uffici e delle infrastrutture di servizio
del 173rd Airborne Brigade Combat Team e delle abitazioni
per circa 1.200 soldati single”, ha spiegato il colonnello
Buckingham. Lo scorso mese di gennaio, al Dal Molin sono
stati trasferiti i primi reparti di US Army Africa, mentre
il personale restante del comando raggiungerà la base entro
il giugno del 2014. “Prevediamo invece che entro il giugno
2013 si completi il trasferimento al Dal Molin dei circa
2.000 militari e delle rispettive famiglie attualmente
ospitati a Bamberg and Schweinfurt, in Germania. Il
programma ha subìto solo qualche mese di ritardo a causa
delle cattive condizioni meteorologiche, della bonifica
delle munizioni non esplose ritrovate all’interno
dell’aeroporto (49 bombe italiane e britanniche risalenti
alla Seconda guerra mondiale) e degli scavi archeologici”. A
conclusione dei lavori, il Dal Molin ospiterà quattro
battaglioni e il quartier generale della 173^ brigata,
mentre due battaglioni dell’esercito resteranno nella vicina
Camp Ederle. “Vicenza sarà la città italiana con la più alta
presenza di militari USA in termini di popolazione, con
circa 5.000 uomini distribuiti tra il Dal Molin e l’Ederle”,
ha concluso Buckingham.
Ai lavori nel vecchio scalo si sono aggiunti quelli
all’interno del Villaggio Housing di Vicenza per la
costruzione di un nuovo liceo per i figli del personale
militare. La struttura sorgerà accanto agli edifici che
ospitano la scuola media e comporteranno una spesa di
41.864.000 dollari sul bilancio Military Construction Family
Housing 2012 del Dipartimento della difesa. I lavori saranno
completati entro l’agosto 2014. Oltre alle aule scolastiche,
ikl nuovo liceo avrà una palestra coperta, un campo di
calcio e uno per il basket, campi da tennis, una multisala
per incontri e proiezioni, una caffetteria, una mensa
scolastica, alcuni laboratori scientifici e sale computer,
un magazzino e i relativi uffici amministrativi