Sistemi missilistici e satellitari, apparati per le
guerre elettroniche, bombe e munizioni “intelligenti”,
aerei e velivoli terrestri senza pilota. Dal prossimo
anno, piccole, medie e grandi industrie d’Italia e
Germania avvieranno progetti congiunti di sviluppo dei
più avanzati strumenti di guerra. Il 16 dicembre, è
stato firmato a Berlino un accordo di collaborazione
strategica tra la Federazione delle industrie italiane
per la difesa e la sicurezza (AIAD) e la BDSV, l’omologa
associazione tedesca del comparto militare. L’accordo
che punta a promuovere la ricerca, la progettazione e la
produzione di tecnologie belliche aerospaziali, navali e
terrestri, è stato messo a punto dopo mesi di negoziati
fra i rappresentanti dei ministeri della Difesa dei due
paesi, con il supporto dei manager delle maggiori
holding industriali. E segue di pochi giorni la
lettera d’intenti firmata dai ministri della difesa,
Giampaolo Di Paola e Thomas de Maizière, che prefigura,
insieme ai nuovi progetti dei mercanti d’armi, una più
stretta cooperazione operativa tra le forze armate
italiane e tedesche.
Le aziende dei due paesi hanno collaborato in passato ad
alcune importanti produzioni, per esempio i veicoli di
terra senza pilota (UGV -
Unmanned Ground Vehicles)
commissionati dall’Agenzia europea della difesa a Fiat
Iveco e Rheintmetall. Il 14 dicembre 2011, proprio alla
vigilia del memorandum AIAD-BDSV, Alenia Aeronautica
(gruppo Finmeccanica) e Cassidian (una controllata della
franco-tedesca-spagnola EADS – European Aeronautic
Defense and Company) hanno firmato un accordo
preliminare di collaborazione nel campo dei velivoli
senza pilota UAS MALE (Medium-Altitude-Long-Endurance)
e UCAV (Unnammed Combat Air Vehicle). “Alenia e
Cassidian intendono rafforzare il proprio know-how al
fine di creare una partnership strategica e garantirsi
un ruolo di primaria importanza nel mercato degli UAS”,
hanno spiegato i manager della società di Finmeccanica.
Per Bernhard Gerwert, amministratore delegato di
Cassidian, “saranno esplorati possibili ulteriori
collaborazioni nell’area degli UAS MALE di prossima
generazione, come ad esempio il Talarion, un
sistema di cruciale importanza per l’industria
dell’aviazione militare europea, in quanto svolgerà
missioni di sicurezza governativa e civili non
accessibili alle soluzioni attualmente disponibili”.
Talarion
era stato pensato inizialmente per lo sviluppo di
velivoli senza pilota destinati a missioni di
sorveglianza e riconoscimento, in grado di soddisfare i
requisiti stabiliti da Francia, Germania e Spagna. Gli
enormi costi preventivati per la produzione del sistema
hanno però costretto Cassidian a rivolgersi alle
industrie di altri paesi Nato, ma ad oggi solo Polonia e
Turchia hanno mostrato interesse a cooperare al
programma. Adesso entrano in gioco Alenia Aeronautica e
il mercato italiano: l’azienda è già attiva nel business
degli aerei senza pilota grazie ai dimostratori MALE
Sky-Y e UCAV Sky-X, e partecipa pure allo
sviluppo di un aereo UAV da combattimento, il Neuron,
prime contractor la francese Dassault, il cui test di
volo è previsto entro il 2012. Poco comprensibili i
disegni industriali di Finmeccanica ed EADS: l’asse
delle armi Roma-Berlino è stata voluta come risposta
agli accordi del novembre 2010 tra i governi di Francia
e Gran Bretagna che puntano a conquistare il mercato
europeo dei sistemi di morte, e proprio la partnership
tra Alenia e Cassidian intende contrastare il progetto
UAS Telemos della britannica BAE Systems e della
francese Dassault, socia di Alenia Aeronautica in
Neuron.
Certa schizofrenia sembra regnare pure nel settore
missilistico. Il recente accordo industriale
italo-tedesco potrebbe infatti riportare in vita il
cosiddetto programma “MEADS” (Medium Extended Air
Defense) per la realizzazione di un sistema
anti-aereo, anti-missili balistici e da crociera e
anti-UAV di ultima generazione. I governi di Stati
Uniti, Italia e Germania ne hanno affidato la
progettazione ad un consorzio guidato dalla statunitense
Lockheed Martin Corp. (la produttrice dei supercostosi
cacciabombardieri F-35 e del MUOS, il nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari della US Navy in via di
realizzazione a Niscemi), e di cui sono partner
l’italiana MBDA, EADS e la tedesca MBDA-LFK. I tre
alleati internazionali si sono suddivisi gli
investimenti: il 58% agli USA, il 25% alla Germania e il
restante 17% all’Italia. La rapida impennata dei costi
del “MEADS” (nel giugno 2005 la spesa prevista era di
3,4 miliardi di dollari, oggi è di 4,2 miliardi) e i
forti ritardi accumulati (il piano originario fissava
come data entro cui completare la produzione il 2007,
oggi si è posticipato al 2018), hanno convinto però il
Congresso degli Stati Uniti a bloccare i finanziamenti
(febbraio 2011). Se da qui a poco non verranno
individuati nuovi partner internazionali, il “MEADS”
rischia di divenire un missile fantasma e il consorzio
subirà il collasso finanziario (dal 2004 ad oggi, solo
l’Italia ha già speso più di 600 milioni di euro).
Secondo Defense News, un mese fa le autorità
militari del Qatar avrebbero avviato una trattativa con
Lockeed Martin e le imprese italo-tedesche per fare
ingresso nella produzione “MEADS”. Il piccolo emirato
sarebbe interessato a dotarsi del nuovo sistema
missilistico in vista dei campionati del mondo di calcio
del 2022 e per la “crescente percezione della minaccia
proveniente dall’Iran”. I mercanti d’armi italo-tedeschi
sapranno sicuramente come districarsi nei drammatici
scenari di guerra che incombono in Medio oriente e nel
continente africano.
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