No tedesco agli eurodroni di Sigonella

di Antonio Mazzeo 

Droni di guerra troppo pericolosi per il traffico aereo civile e il governo Merkel decide di fermare il programma di acquisizione di cinque grandi velivoli-spia “Euro Hawk”. Dopo anni di studi e investimenti per 550 milioni di euro per realizzare il primo prototipo, le autorità tedesche hanno fatto sapere che per ragioni di sicurezza e di bilancio non si doteranno più dei velivoli senza pilota derivati dal “Global Hawk”, il falco globale schierato dalle forze armate Usa nella base siciliana di Sigonella.

Secondo la stampa tedesca l’“Euro Hawk” non risponderebbe agli standard di sicurezza richiesti dall’European Aviation Safety Agency (EASA), l’agenzia europea per la sicurezza aerea. E cosa ancora più grave, la società statunitense progettista dei “Global Hawk” (la Northrop Grumman) non intenderebbe fornire tutta la documentazione tecnica necessaria per il procedimento di certificazione EASA. Da quanto calcolato dal ministero della difesa tedesco, per regolarizzare i velivoli senza pilota e dotarli di un idoneo sistema anti-collisione sarebbero necessari non meno di 500-600 milioni di euro da sommare ai 1.300 milioni previsti per lo sviluppo degli aerei e dei loro sensori. Da qui la scelta di abbandonare l’ambito programma militare.

La produzione degli “Euro Hawk” venne affidata nel 2010 all’azienda aerospaziale europea EADS e fu presentata come un contributo “autonomo” della Germania al nuovo programma Nato di sorveglianza terrestre “AGS” (Alliance Ground Surveillance), il cui comando sarà insediato a Sigonella entro il 2015 congiuntamente a 800 uomini e a cinque falchi globali dall’Alleanza Atlantica. “Se i costi minacciano di lievitare troppo è preferibile abbandonare il progetto anche per il futuro”, ha dichiarato il ministro della difesa Thomas de Maziere. “Meglio una fine dolorosa che un dolore senza fine. Daremo in Parlamento una spiegazione cronologica degli avvenimenti”.

Intervistato dalla rediotelevisione tedesca, il ricercatore dell’Istituto per gli Affari Internazionali e la Sicurezza di Berlino, Christian Mölling, ha spiegato che più del denaro hanno pesato nella scelta del governo le difficoltà ad integrare l’“Euro Hawk” nello spazio aereo europeo. “Ciò non è un problema solo per questo tipo di drone ma riguarda tutti i droni nel continente”, ha aggiunto l’esperto. “Ad oggi non ci sono soluzioni in Europa. Di certo il governo tedesco era a conoscenza da tempo della questione. Il problema delle restrizioni al traffico dei droni non è esploso adesso; una nuova regolamentazione per l’uso dello spazio aereo è in agenda da tantissimo tempo. Non si può dare una soluzione in ambito strettamente nazionale, ma è in ambito europeo che si deve decidere come potranno operare insieme i velivoli con pilota e quelli senza. Bisognerà prevedere una serie di innovazioni tecniche e di norme legali che assicurino che i droni non si scontrino in volo con gli aerei di linea”.

Nel marzo 2010, l’agenzia europea per il controllo del traffico aereo (Eurocontrol) aveva indicato le “linee guida” a cui gli stati membri si sarebbero dovuti attenere per la gestione degli aerei senza pilota nello spazio europeo, “considerato che cinque velivoli Euro Hawk opereranno in Germania e sino a 20 Global Hawk saranno schierati a Sigonella dalle forze armate statunitensi o entreranno in funzione con la Nato con il nuovo programma AGS”. Eurocontrol raccomandava di prevedere “normalmente rotte specifiche” evitando che i droni “sorvolino aree densamente popolate o uno spazio aereo congestionato o complesso”. In considerazione che i droni “mancano delle capacità di sense & avoid e di prevenzione delle collisioni con altri velivoli che potrebbero incrociare le proprie rotte”, Eurocontrol chiedeva inoltre d’isolare i Global Hawk nelle fasi di ascensione ed atterraggio (le più critiche) e durante le attività di volo in crociera che “devono avvenire in alta quota al di fuori dello spazio aereo riservato all’aviazione civile”. Le linee guida dell’agenzia europea per il controllo del traffico non erano obbligatorie: il governo tedesco le ha però accolte mentre le autorità italiane hanno aperto lo spazio aereo siciliano alle spericolate operazioni dei droni Usa e Nato con numerosi effetti negativi sul traffico passeggeri negli scali di Catania Fontanarossa e Trapani Birgi.

Il progetto “Euro Hawk” ha preso il via nel 2000 con la costituzione di una joint venture tra la statunitense Northrop Grumman e la holding europea EADS. La nuova società con sede a Friedrichshafen è divenuta il prime contractor del ministero della difesa tedesco. Il progetto per il nuovo drone è stato elaborato a partire dal velivolo RQ-4 “Global Hawk” in grado di volare ad alte altitudini (sino a 60.000 piedi) e per lunghi periodi (36 ore circa). Dotato di una potentissima antenna radar e di altri sensori in grado di fornire immagini ad altissima risoluzione, il drone può funzionare perfettamente con qualsiasi condizione meteorologica. Nei piani della joint venture tedesco-statunitense l’“Euro Hawk” dovrebbe migliorare la capacità del “Global Hawk” nella raccolta dei segnali d’intelligence (SIGINT) e delle informazioni elettroniche (ELINT) di radar ed emittenti di comunicazioni, mettendoli in rete con le stazioni terrestri e i centri di elaborazione dati.

Il primo e unico prototipo “Euro Hawk” è stato completato nel 2011; per i suoi test sperimentali è stata utilizzata la base aerea di Manching nei pressi di Monaco di Baviera. Ad esso dovevano seguire altri quattro velivoli-spia telecomandati da schierare permanentemente nello scalo di Schleswig-Jagel, in Germania settentrionale, dove sono stati spesi 40 milioni di euro per l’ammodernamento delle piste.

Il responsabile del settore aerospaziale di Northrop Grumman, Tom Vice, ha affermato di non avere conferme ufficiali dello stop tedesco al programma “Euro Hawk”. “Non credo tuttavia che ciò che deciderà la Germania potrà avere effetti sulle altre nazioni europee, compreso per il contratto di 1,7 miliardi di dollari sottoscritto con la Nato nel 2012 per la produzione e consegna di cinque velivoli Global Hawk”, ha aggiunto Tom Vice.

Se in Germania le forze armate sperano ancora di poter ricevere la certificazione per l’uso dei droni nello spazio aereo nazionale, i manager di EADS affermano che le apparecchiature già realizzate per gli aerei-spia potranno avere comunque altri utilizzi. “I sistemi d’intelligence da noi sviluppati in Germania sono tra i più avanzati al mondo e possono essere integrati a supporto di altre piattaforme aeree delle forze armate”, ha dichiarato Bernhard Gerwert, presidente di Cassidian, una delle principali aziende impegnate nel programma “Euro Hawk”. Intanto a Berlino c’è chi pensa ad acquistare in Israele i droni-killer “Heron TP”. Sul tema il ministro Thomas de Maiziere ha tenuto due meeting ufficiali con i capi delle forze armate israeliane (il primo nel novembre 2012, il secondo nel febbraio di quest’anno). Il capo di stato maggiore dell’aeronautica tedesca, gen. Karl Muellner, si è invece recato tempo fa a Gerusalemme per partecipare alla presentazione ufficiale dell’“Heron TP”. Secondo il settimanale Der Spiegel la decisione finale sui nuovi droni verrà presa solo dopo le elezioni politiche nazionali fissate per il prossimo 22 settembre.

Antonio Mazzeo, peace-researcher e giornalista, ha pubblicato numerosi saggi ed inchieste sui processi di riarmo e militarizzazione in Italia e nel Mediterraneo. Nel 2012 ha pubblicato il volume Un EcoMuostro a Niscemi. L’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo (Sicilia Punto L, Ragusa) in cui si descrivono le problematiche di tipo militare, ambientale, sociale e criminogeno relative all’installazione in Sicilia del terminale terrestre del MUOS. Nel 2010 ha conseguito il Primo premio “Giorgio Bassani” di Italia Nostra per il giornalismo. È attivista della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella e del Movimento No MUOS. Per consultare articoli e pubblicazioni: http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/