50 anni fa, l’8 marzo 1965 lo sbarco Usa in Vietnam

di Maria Cristina Giovannitti
 

Quando il Nono Reggimento dei Marines sbarcò a Red Beach. L’escalation americana in Vietnam che portò alla prima sconfitta nella storia Usa con la caduta di Saigon il 30 aprile 1975. Morti un milione e mezzo di soldati e 2 milioni di civili vietnamiti, 700mila cambogiani, 50 mila laotiani

 

Due anni dopo l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy nel novembre del 1963, l’ex vicepresidente Lyndon Johnson comanda gli Stati Uniti. Successi personali nelle di riforme interne, fallimento tragico delle sue politiche nei confronti del Vietnam. Gennaio 1965 inizio del suo secondo mandato. Una settimana dopo il generale Khanh prende il controllo del Vietnam del Sud, mentre il segretario alla Difesa Usa Robert McNamara afferma che l’allora limitato coinvolgimento militare americano in Vietnam non sta funzionando. ‘O ritirarsi dal Vietnam o intensificare le operazioni militari’.

 

 

Una settimana dopo i guerriglieri Viet Cong attaccano il compound militare statunitense di Pleiku uccidendo otto americani, ferendone 126 e distruggendo dieci aerei. Orgoglio statunitense ferito e ’Operazione Flaming Dart’, il bombardamento di un campo nordvietnamita dalla portaerei Ranger in risposta. Il 22 febbraio, il generale Westmoreland chiede due battaglioni di marines americani per proteggere la base aerea di Da Nang, minacciata da circa seimila Viet Cong. Solo l’ambasciatore Usa in Vietnam Taylor esprime ‘gravi riserve’ sull’escalation militare dopo l’Indocina francese

 

 

A marzo inizia l’Operazione Rolling Thunder, con oltre un centinaio di obiettivi in Vietnam del Nord per i cacciabombardieri statunitensi. L’Operazione, che doveva durare solo otto settimane, proseguirà per gli altri tre anni della presidenza Johnson. Ma è l’8 marzo 1965 la data simbolo dell’ impegno militare Us in Vietnam. Quel giorno il Nono Reggimento dei Marines sbarca a Red Beach. Da allora, il numero di soldati americani in Vietnam salirà dai sedicimila del 1963, morte di Kennedy, agli oltre cinquecentomila del 1968, con quasi 60 mila soldati americani uccisi nel conflitto.

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