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20 settembre 2023
Morire di frecce?
Non possiamo tacere sull'ennesimo omicidio compiuto dalle insulse frecce tricolori.
Speriamo vivamente che l’aereo caduto non venga sostituito, e non sottragga ulteriore denaro pubblico alle spese sociali.
Ma il fatto che una famiglia sia stata gravemente colpita dall'incendio provocato dalla precipitazione del velivolo ci pare di inaudita gravità. Pare che a causare l'incidente sia stato l'urto contro un motore del velivolo di un uccello, cioé di un abitante dello spazio invaso dall'aereo.
Dobbiamo quindi pensare che un “caso” possa improvvisamente compromettere il funzionamento di questi gioielli della tecnologia che ci viene spacciata come qualcosa che ha migliorato la nostra esistenza. Mentre ne constatiamo quotidianamente l'estrema fragilità e le potenzialità distruttive che porta con sé.
Non più di qualche mese fa un altro di questi “gioielli dela tecnologia” (secondo la retorica militarista e patriottarda) in un analogo incidente aveva anche ammazzato il suo conducente andando ad aumentare il triste conto dei morti sul lavoro.
Per questo motivo chiediamo al Presidente della Repubblica, che presiede anche il Consiglio Superiore della Difesa, quante persone dovranno ancora morire prima che si decida di porre fine alle stolide esibizioni di questi aerei che, come abbiamo sempre detto manifestando la nostra opposizione, sono estremamente costose e inquinanti oltre che pericolose e potenzialmente omicide.
Rileviamo inoltre che lo spazio didattico delle nostre scuole viene sempre più spesso “invaso” da militari: ci auguriamo invece che nelle nostre scuole sempre più spazio venga dedicato all’educazione alla pace, alla collaborazione ed alla nonviolenza.
Libertà immediata per Khaled al-Qaisi
Siamo in piazza anche per rivendicare la liberazione immediata di Khaled al-Qaisi, cittadino italiano di origine Palestinese arrestato arbitrariamente dalla polizia Israelo-Sionista mentre si accingeva a tornare in Italia dopo un periodo trascorso nel suo paese. Non abbiamo garanzie che il governo del nostro paese se ne stia occupando; e non vorremmo,al di là della felice conclusione della vicenda, che si verificasse anche un altro “caso Patrick Zaki”.
Ricordiamo che collegandosi al sito https://www.stopborderviolence.org è possibile firmare l'iniziativa popolare europea contro i maltrattamenti e la violenza ai confini europei nei confronti dei migranti.